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Il corpo e la pietra - Progettazione multimediale

Il corpo e la pietra
Durante il secondo semestre del corso di Net Art presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, all’interno del programma di Progettazione Multimediale, ho affrontato il tema “Il corpo e la pietra”. L’obiettivo finale del corso era la progettazione un’installazione multimediale mediante l’uso di cinque canali narrativi (narrazione con testi, oggetti, immagini, suoni e video) integrati tra loro. Provenendo da una formazione come grafica pubblicitaria ho pensato di presentare il mio progetto attraverso delle tavole contenenti immagini ricercate accuratamente online e fotografie scattate personalmente e successivamente selezionate ed editate, accompagnando il tutto con didascalie.

Ho riflettuto sul binomio telefono cellulare/sasso. Il cellulare può essere inteso come uno oggetto che aumenta le nostre possibilità di comunicazione, ma allo stesso tempo rende la comunicazione fredda, marmorea. Un iPhone scarico in mano ha potenzialmente la stessa utilità di sasso bianco. Mi sono focalizzata quindi sul nostro approccio fisico e intellettuale nei confronti del dispositivo mobile.
Lo spazio da gestire per la mia installazione era ben delineato 6mx6m x3m di altezza. Ho pensato quindi di utilizzare tutte le pareti disponibili. Ho ritenuto utile suddividere la stanza in quadranti, sezionandola con delle lunghe linee nere in modo che si creassero dei grandi riquadri che dall’alto ricordano la griglia a 9 blocchi di Instagram. Nel quadrante centrale sopra ad un grosso blocco di marmo di Carrara dalla forma ovale color bianco sporco, ho inserito una piattaforma nera tonda, sulla quale giace il mio oggetto: un sasso bianco della dimensione di un telefono, scarico, morto, inutilizzabile. Con la vista dall’alto abbiamo l’impressione che si tratti di un grande occhio al centro della stanza, che rimanda alla presenza di una sorta di sorveglianza costante nella nostra vita, esattamente come quella che subiamo quotidianamente.

Per quanto riguarda l’aspetto sonoro ho registrato il rumore della ghiaia all’infrangersi della marea per evocare i luoghi sopracitati. Questo suono preciso potrà essere emesso da delle piccole casse negli angoli delle 4 mura. Non è richiesto un grosso impianto sonoro in quanto il suono sarà solamente un sottofondo quasi sussurrato. Nel brainstorming iniziale ho pensato anche a dei suoni post-internet sporadici e casuali (suono accensione mac, tastiera, aumento volume) e ho pensato che questi suoni potessero provenire da dei video. Nella parete opposta all’entrata ho progettato l’installazione di 3 iPad. Ogni iPad riproduce in loop dei video che ho realizzato sulla spiaggia di Marina di Pisa, nei quali ho ripreso un’amica intenta a sbloccare, bloccare, messaggiare e chiamare con un sasso. Ho eliminato l’audio originale dei video ed ho associato ai gesti al suono reale del telefono cellulare marcato Apple. In questo modo oltre al rumore della ghiaia sul mare in sottofondo, nella mia installazione saran- no presenti anche dei suoni post-internet.

Nella parete di sinistra ho pensato a dei grossi pannelli fotografici, intenti a rappresentare una persona che utilizza il sasso proprio come il cellulare. Carolina, la mia amica, gioca infatti con esso, premendolo contro l’orecchio, utilizzandolo per ascoltare la musica, facendosi selfie, mettendoselo in tasca e in borsa. Anche nella parete opposta a questa ho posizionato altre fotografie. 

L’uomo ha sempre creato dei simboli per comunicare con gli altri. Prima dell’invenzione della scrittura, i primitivi dipingevano oggetti e scene di caccia sulle pareti delle caverne per raccontare storie ai propri simili. Da queste forme elementari siamo passati ai complessi geroglifici egiziani, per poi arrivare all’alfabeto greco, il primo nel quale l’uomo ha posto la sua attenzione sui suoni oltre che sull’aspetto visivo. Migliaia di anni dopo ci scambiamo informazioni utilizzando script e alfabeti differenti e nonostante la loro complessità, riteniamo ancora molto importante l’utilizzo degli elementi visuali, al punto che abbiamo trovato il modo di utilizzarli quotidianamente persino nelle conversazioni mediate dalle tecnologie digitali. Sono molto interessata a questi fenomeni, la mia tesi triennale infatti era incentrata sui meme, sulle immagini gif e sulle emoji. Sui social mi definisco “Emoji Painter & Meme engineer” e non potevo non inserire almeno un emoji nel mio progetto! Per il contenuto narrativo testuale ho infatti composto ed inserito una conversazione via emoji dove una persona comunica all’altra di avere la batteria scarica del telefono (e di essere frustato di conseguenza) e l’altra persona propone di andare al mare, sotto l’ombrellone, per stare insieme senza cellulare. L’amore ai tempi del post-internet, dove i momenti sacri sono quelli nei quali siamo disconnessi. Se prima la ricchezza risiedeva nel possedere molti oggetti, adesso sta nel trovare il confort disconnettendoci. Spesso non siamo affatto contenti di una disconnessione improvvisa (dovuta per esempio alla batteria scarica), ma questo evento potrebbe eventualmente tramutarsi in un vantaggio, obbligandoci a tornare in contatto con la natura.

Ritengo che non sia necessario un percorso obbligatorio, il visitatore dell’inst- allazione è libero di girare per la stanza e può soffermarsi sulle singole pareti per il tempo che ritiene necessario.

Non possedendo finestre, la mia stanza avrà sicuramente bisogno di alcune luci. Il colore bianco delle pareti e del pavimento può essere reso ancora più freddo dalla presenza di luci al neon posizionate sopra le opere. Una lunga striscia di neon può essere posizionata sopra le due pareti contenenti le foto- grafie. Una lampada centrale potrebbe illuminare l’oggetto posizionato al centro della stanza. Inoltre, dei piccoli faretti tondi potrebbero illuminare il grande sasso dal basso. Tre faretti con luce più leggera potrebbero illuminare i singoli iPad, che già possiedono luce propria. Infine, dei fari posizionati a terra e inclinati verso l’alto potrebbero essere utili per rendere visibili gli sticker della conversazione emoji sui muri della parete di entrata.
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Progettazione di un’installazione multimediale mediante l’uso di cinque canali narrativi (narrazione con testi, oggetti, immagini, suoni e video) Read More

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