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La distrazione nella solitudine 

“Tutta l’infelicità degli uomini ha una sola provenienza, ossia di non saper restar tranquilli in una stanza. […] Gli uomini amano tanto il chiasso ed il trambusto, il piacere della solitudine è una cosa incomprensibile, questo è tutto ciò che hanno saputo inventare per rendersi felici. […] Si forma quindi negli uomini un progetto confuso che li spinge a cercare la quiete mediante l’agitazione e ad immaginare sempre che la soddisfazione che loro manca, arriverà se, superando qualche difficoltà che pur prevedono, potranno aprirsi per questa via la porta della felicità. Cosi scorre tutta la vita.”

"I Pensieri", Blaise Pascal


Pascal, filosofo del 1600, sostiene che l’uomo non riesce a stare, nel corso della sua vita, in uno stato di solitudine per troppo tempo, poiché so fosse così sarebbe costretto ad interrogarsi sui propri problemi.
Hanno quindi un atteggiamento che si fonda sulla distrazione, sulla fuga dall’infelicità e dai pensieri, sia generali, sia profondi.
Questa distrazione consiste dunque in uno stordimento di sé nella molteplicità delle occupazioni quotidiane e degli intrattenimenti sociali.
Tutta questa concezione viene chiamata dallo stesso filosofo Divertissement e può essere spiegato e riassunto con un esempio pratico, odierno e chiaro e sarà anche su di esso che si baserà il progetto, ovvero il videogame e la tecnologia moderna.



“Ho scoperto che tutta l’infelicità degli uomini proviene da una sola cosa: dal non saper restare tranquilli in una camera.”

"I Pensieri", Blaise Pascal


Il focus del pensiero di Pascal è sulla difficoltà nel “fermarsi a pensare alla condizione degli uomini, pensare al proprio stato di solitudine”; nel videogame questo è perfettamente possibile, si può infatti semplicemente premere il pulsante di pausa nel caso ci si volesse fermare per pensare per poi, successivamente, una volta conclusa la riflessione, riprendere la partita e tornare quindi al Divertissement.
Secondo il filosofo questa esperienza di connessione ad un certo tipo di pensiero, avendo prima interrotto la propria attività di distrazione per poi disconnettersi nuovamente per tornare giocare e riprendere la partita, nel caso del gioco,  permette all’uomo di giungere alle proprie personali conclusioni riguardo al suo stato.

Tuttavia non tutti gli uomini ricercano questo momento di riflessione per timore di ammettere il proprio stato di solitudine, ma utilizza il pulsante di pausa solamente per passare da un’attività ad un’altra, andando cosi ad oberarsi di distrazioni.

La serie di cinque foto che compongono il progetto vogliono difatti esprimere la regressione dell’uomo, incapace di fermarsi tra un’attività ed un’altra, rappresentato in un’ambiente ignoto, nero ed oscuro, metafora dello smarrimento e della solitudine.
La quantità di dispositivi, messi tutti quanti in pausa, varierà in tutte le foto, andando così a formare una climax crescente che porterà alla raffigurazione della completa compressione della figura dell’uomo sotto la enorme quantità di distrazioni ed apparecchiature.
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