Il progetto si avvia con l'analisi dell'altopiano di Lasithi, a Creta. Un micro ambiente in cui si concentrano umidità, pioggia, vento e sole; tutte le fonti dell'energia naturale.
Delineando il ciclo di preparazione del cibo e considerando la dieta mediterranea degli abitanti che prevede un consumo elevato di erbe, frutta e verdura, ci siamo concentrati sugli scarti del cibo. In particolar modo sulle bucce, che subiscono una rapida degradazione e che contengono al loro interno un'alta concentrazione di fibre, vitamine, sali minerali, oli.
Molto diffuso tra le coste cretesi è anche il polpo, che ritroviamo in diverse ricette della tradizione. Non è raro rinvenire questi molluschi appesi a dei fili in prossimità di case, ristoranti e porti, dove vengono lasciati ad asciugare sotto al sole per almeno un giorno prima di essere cotti.
Notiamo quindi che il metodo dell'essicazione è pienamente acquisito dagli abitanti dell'arcipelago. Un metodo di conservazione degli alimenti che inibisce la crescita di batteri, lieviti e muffe attraverso la rimozione dell'acqua, tolta per evaporazione tramite asciugatura ad aria, essiccazione al sole e al vento.
Con queste premesse ed utilizzando solo materiali naturali o di riuso (ami, reti da pesca, sassi e fili di cotone), abbiamo realizzato la nostra sacca per l'essiccazione. Come vediamo lo scarto viene inserito nella parte sovrastante e rimane in posizione sfruttando la forza di gravità esercitata dalle pietre.
La proposta, inserita in una visione più ampia, ha avuto lo scopo di farci riflettere sulle energie naturali che abbiamo a disposizione, per riorganizzare in modo sostenibile la realtà che ci circonda, dal sistema di refrigerazione al flusso delle acque grigie.

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Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Elisa Calaon, Francesca Ammirata e 陳嬌.

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