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Givenchy Case Study (and design proposal)

Brief di progetto: Questa capsule collection rappresenta la fine di un percorso di ricerca e di studio del marketing e della storia di un’azienda del comparto moda già affermata sul mercato, nel mio caso la maison Givenchy. Ho analizzato i punti di forza del marchio, i key-pieces che ne hanno affermato l’importanza negli anni, la successione dei direttori artistici, il target di riferimento ed i competitors per arrivare ad elaborare una mia proposta di mini collezione di abbigliamento destinata all’azienda. 
Ho sviluppato un concept incentrato sul colore bianco, o meglio sull’assenza di colore. Lasciandomi ispirare dall’architettura barocca e dall’innovazione rappresentata dalle materie plastiche, ho disegnato una collezione incentrata su due pezzi chiave, come la tuta intera e la mantella-poncho: essenziali se indossati da soli, punto focale dell’outfit se abbinati a capi accessori. La linea dei due abiti si delinea grazie ad un gioco di luci ed ombre sul tessuto monocromo, lasciando che lo sguardo cada sugli inserti di trasparenze a contrasto: stripes di impalpabile filato trasparente sulle gambe, o un intricato ricamo rivelatore sul petto. Combinando eleganza e classicismo con audacia e modernità ho voluto ricreare lo spirito della prima collezione con cui Hubert de Givenchy lanciò il suo marchio sul mercato, adottando però la palette di non-colori dell’attuale direttore artistico Riccardo Tisci.





         
Givenchy è un marchio di lusso internazionale, conosciuto in tutto il mondo per le sue collezioni Haute Couture e ready-to-wear per uomo e donna. La maison è stata fondata nel 1952 da Hubert de Givenchy, ma fu solo due anni dopo che egli divenne uno dei primi grandi stilisti a presentare una linea ready-to-wear di lusso, la “Givenchy Universite”.  Combinando eleganza e classicismo con audacia e modernità, ed includendo differenti capi di abbigliamento (gonne e top, ricami insoliti e tessuti stampati), tale collezione pret-à-porter ha creato una vasta clientela che comprende un elenco esclusivo di tutte le donne meglio vestite al mondo. Egli voleva vestire le donne, tutte le donne: da Jacqueline Kennedy Onassis alle Principesse Grace a Carolina di Monaco, da Greta Garbo a Marlene Dietrich, da Lauren Bacall a Elizabeth Taylor, ma nulla di durevole come con Audrey Hepburn, sua musa per eccellenza. L'incontro tra il couturier e l'attrice avviene nel 1953. Givenchy riceve nel suo atelier la Hepburn "sbagliata", la meno famosa. "Credevo fosse Katharine, di cui ero fan. A quel tempo Audrey non era ancora molto conosciuta a Parigi. Mi chiese di disegnarle il guardaroba per Sabrina, io ero a metà collezione, ma le mostrai alcuni modelli che sembravano tagliati per lei", racconta Givenchy. Da ora in avanti Givenchy creerà il guardaroba per la maggior parte dei film di Audrey, Cenerentola a Parigi (1957), Colazione da Tiffany (1961), Sciarada (1963), My fair Lady (1964) tanto per citarne alcuni, ma anche per suo uso personale. Nel 1957 fa realizzare un profumo per l’attrice, L’Interdit, in seguito commercializzato con Audrey come testimonial. È la prima volta che un’attrice si presta a pubblicizzare un prodotto di profumeria, compito fino ad allora riservato alle modelle. Il couturier e l'attrice hanno concepito insieme lo stile Audrey Hepburn. Grazie a questa felice alleanza, Audrey è stata designata spesso come la donna più elegante del mondo.
Per le sue creazioni Givenchy parte sempre dai tessuti che esamina in silenzio. Riesce a ricordarsi di una stoffa toccata 15 anni prima. "L’odore della seta è unico". Innova anche nel campo dei materiali: la cigaline,che è una mousseline crêpe, e il satung, un misto di satin e shantung. Utilizza flanella per i pantaloni, organza per la sera, lino per l’estate. Nel 1953 Hubert incontra il suo mito Cristobal Balenciaga che diventerà suo mentore e amico nonché dirimpettaio in Avenue George V. Sarà lui a convincerlo ad ampliare la gamma di prodotti offerta e a concedere licenze. Così il marchio Givenchy viene esteso a scarpe, sciarpe, cravatte, asciugamani, abbigliamento da bambini, ombrelli, bijoux, profumi e persino un’automobile: La Lincoln Continental di Ford. Nel ’68 lancia la prima collezione di prèt-à-porter Givenchy Nouvelle Boutique e nel ’73 la prima linea maschile Gentleman Givenchy. Nel 1988 vende l’azienda al gruppo del lusso LVMH, ma continua a tenere la sua posizione di capo stilista fino al suo ritiro nel 1995.
Una vasta gamma di direttori creativi ha preso le redini del marchio dopo il ritiro di Hubert ed ogni designer ha creato il proprio timbro individuale. Tutti i designers avevano la propria diversa estetica del design. John Galliano fu il primo a succedere Givenchy, presto seguito da Alexander Mc Queen due anni più tardi dopo il trasferimento di Galliano da Christian Dior. Il designer Julien Macdonald è stato nominato direttore artistico per le linee femminili di haute couture e pret-à-porter.
La responsabilità della linea donna e di quella haute couture è passata a Riccardo Tisci nel 2005 dopo aver preso la posizione di capo progettista. Dopo il successo di Tisci nel rivitalizzare e modernizzare Givenchy donna, con le sue tendenze concettuali e l’estetica del design dark, gotica e religiosa, egli è ben presto progredito a capo della divisione maschile, portando l’eleganza ed i temi scuri prevalenti nelle sue collezioni femminili alla divisione maschile, tradizionalmente più conservatrice. La giovane mente creatrice di Tisci non sembra avere limiti quando si tratta di interpretare lo spirito di Givenchy. L’approccio creativo di Tisci al design lo ha premiato con il completo controllo creativo del brand Givenchy ed ha portato una nuova attenzione sulla casa di moda. 
Il designer mantiene nei suoi disegni gli stessi standards di eccellenza dei suoi predecessori per alterare i codici della House of Givenchy, giocando misuratamente con una palette di non-colori, grigi, neri, bianco e beige, evidenziandoli con lampi occasionali di rubino e topazio, per meglio delineare una silhouette snella e ordinata. I laboratori sartoriali della società sono messi al servizio di un'haute couture innovativa, che Riccardo Tisci traduce con talento in un pret-à-porter grafico e strutturato. Aristocratico e distintivo, sobrio e sensuale, lo stile della donna di Givenchy riflette il percorso che Tisci ha intrapreso: di vasta portata. Evitando le insidie della moda e i trends stagionali, egli ha tenacemente costruito un coerente, moderno universo presso la maison, saldamente ancorato all'illustre eredità della società ma decisamente lungimirante.
L'etichetta ha guadagnato la redenzione ed il rispetto per i suoi designs nelle collezioni femminili, maschili, resort e haute couture, senza dimenticare l'eredità di accessori che vanta. 
Givenchy è nota per i suoi designs su misura e raffinati, di una ricercatezza di alto target ma con un occhio alla fantasia che è ideale per le donne in carriera, e per gli uomini appartenenti alle classi più abbienti. D'altro canto, un punto di debolezza del marchio è proprio la difficoltà a raggiungere tutti i settori del mercato a causa del costo elevato dei prodotti.
La maison commercializza due classi di prodotti: da una parte il fashion e dall'altra fragranze e cosmetici. La distribuzione avviene ancora nei negozi monomarca, sebbene il brand punti molto all'e-commerce nella sua boutique online. 

 I competitors di Givenchy sono costituiti, ironicamente, da quei marchi fondati dagli stessi uomini che studiavano fianco a fianco di Hubert de Givenchy nei suoi primi anni parigini. Balmain è un brand conosciuto per i suoi designs spinti al limite, dettagli precisi e costruzioni intricate. Fra gli altri appare come il marchio più all'avanguardia ma con budget più elevato. Marchi storici come Chanel e Louis Vuitton si collocano nel mezzo, essendo meno all'avanguardia e meno costosi. Il target di riferimento di questi ultimi ne spiega il motivo: l'acquirente di Dior, Chanel e Louis Vuitton è più maturo e meno propenso a compiere gli stessi azzardi di stile dell'acquirente tipo di Balmain o Balenciaga.  Emanuel Ungaro e Valentino costituiscono i competitors di Givenchy meno all'avanguardia, vantando oltretutto i cartellini più bassi di tutto il gruppo. 
Givenchy è in prima linea nell’alta moda al giorno d’oggi. Si tratta di un marchio creativo, moderno, progressista e che soprattutto non teme il cambiamento e il rischio. Questi fattori sono concetti chiave quando si parla dei valori del marchio Givenchy. Questo approccio alla moda, combinato con la realizzazione di prodotti di alta qualità e di design, è la principale attrazione per cui la gente investe nel marchio e crede in esso.

Givenchy Case Study (and design proposal)
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Givenchy Case Study (and design proposal)

Case Study della maison Givenchy e proposta di mini capsule collection.

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