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Della fame il conforto. Mostra personale

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Il ricettario
omaggio al ricettario
"e chi non è vissuto tra noi potrebbe sorridere ironicamente pensando alla metamorfosi che ci ha mutato da guerrieri in cuochi." ( Sottotenente Giuseppe Chioni)
CELLA N. 1

L' ATTESA: per resistere all'alienazione.

A partire dal Febbraio 1918, in seguito ad una disposizione del Governo Italiano, per i “Vinti di Caporetto”, venne sospeso l'invio di pacchi alimentari da parte di Croce Rossa e famiglie.
Venne ritenuta una punizione esemplare per avvalorare il disonore della cattura.
Questo non fece altro che aggravare la situazione già di per se precaria, generando atti di insubordinazione, malattia e morte.
Privati di ogni sostegno da parte della Patria e dei parenti, ai prigionieri dei Lager, non rimase molto altro se non che agognare anche solo un pezzetto di quel pane di casa in grado di evocare ricordi remoti.

“Finalmente ho ricevuto il pacco di pane annunciatomi, era intatto ma tutto a pezzetti, però quanto era buono! Mettendolo in bocca mi pareva di gustare non so quale dolce”.

( diario del prigioniero G.Zinello)

Scultura: tecnica mista, cemento, carta, jasmonite, lampada di wood.
CELLA N.2

IL PENSIERO : la mente, la memoria, il conforto e l'ossessione.

Impegnare il pensiero nell'azione dello scrivere, per i prigionieri dei Lager, rappresenta una sorta di via di fuga; un escamotage per oltrepassare il filo spinato della prigionia ed ingannare la fame.
La memoria del focolare domestico, rievocare lontani pranzi e cene mischiando ricordi e fantasie, diviene un gioco “quasi saporito” ( cit. B. Tecchi), in una vana ricerca di conforto in ciò che in realtà diventa ossesione.

“ E noi poveri morti di fame, giù a scrivere” Günter Grass

Installazione: Tecnica mista, cemento, oggetti d'epoca, scultura in argilla sintetica, porporina, luci strobo.
CELLA N.3

IL SOGNO : l'illusione

Abbandono, fame, disonore.
Realtà ed illusione si incontrano in un sogno in totale contrapposizione a quel Governo tronfio del proprio delirio di onnipotenza.
Un sogno collettivo basato sulle identità dei singoli per sopravvivere alla spersonalizzazione della prigionia.
Una forma di derealizzazione in cui gli stessi Marinetti o D'Annunzio, Diaz o altri Generali dell'epoca, incitano, con trionfanti messaggi dalla Madre Patria, i propri soldati per le imprese svolte seppur nefaste.
Una dimensione adulterata dalla fame, in cui il Valore e la Virtù non sono più da misurare sul campo di battaglia, ma bensì in cucina.
In un glorioso tripudio di aromi.

( ricette liberamente tratte da “Arte Culinaria” G. Chioni )

Scultura: tecnica mista, cemento, legno carbonizzato, ruggine, traccia audio.
CELLA N.4

LA CATALOGAZIONE: ingannare la fame.

Le 414 ricette scritte in prigionia dal Sottotenente G. Chioni, sono un prezioso e democratico resoconto di uno spaccato italiano dell'epoca, in grado di mischiare la tradizione contadina alle abitudini delle classi più abbienti.
Ciò che più colpisce però, è l'incredibile ricchezza nell'uso dei condimenti.
Del resto scrivere un ricettario in un Lager, può apparire quasi un “nonsense”, specialmente quando il pasto era composto esclusivamente da minestre diluite e da magre razioni dell'immangiabile Pane Kappa, ottenuto con farine di segatura di legno e paglia.
Ma è attraverso la catalogazione e la rilettura del medesimo che probabilmente fu possibile simulare l'abbondanza, alla costante ricerca di una sazietà apparente.

Installazione: tecnica mista, 414 elementi in gesso sintetico e segatura di legno.
vernissage
making of
video tour
ricetta pane kappa
Della fame il conforto. Mostra personale
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